La gemma del fiume rosso by Emilio Salgari

La gemma del fiume rosso by Emilio Salgari

autore:Emilio Salgari [Salgari, Emilio]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-29T11:31:06+00:00


ri altissimi che somigliavano ai tek e da enormi felci arborescenti che spandevano un’ombra foltissima e fra i cui rami svolazzavano miriadi di pappagalli dalle penne variopinte e di tucani dal becco enorme.

Man-Sciů, che come tutti quelli della sua razza aveva l’orientazione istintiva, dopo due ore riuscě a giungere nel vallone e precisamente sotto l’enorme muraglia dalla quale era stata precipitata.

– Qui devi trovare le loro tracce – disse a Kin-Lung. – Sono piů che certa che devono essere scesi per cercarmi. Anzi hanno ucciso un mias e troveremo il cadavere di quel mostro e fors’anche quello di Laos. – Non ti era molto affezionato il luogotenente delle Bandiere Gialle – disse Kin-Lung sorridendo. – Mi accusava di aver fatto naufragare la giunca gettando un maleficio sul mare. – Stupido!… Ordinň ai suoi uomini di cercare le tracce lasciate da Sun-Pao e dai suoi compagni, tracce che si dovevano ancora scorgere, essendo il suolo umidissimo.

Ed infatti, dopo pochi minuti, trovarono l’enorme scimmia, giŕ mezzo rosicchiata dalle belve, e uno scheletro umano perfettamente spolpato che doveva essere quello di Laos. Poi, tre o quattrocento passi piů lontano, scoprirono le orme di Sun-Pao, di Ong e di Sai-Sing.

– Seguiamole – disse Kin-Lung. Quattro esploratori furono mandati innanzi, poi la piccola colonna si mise in marcia, in fila indiana, sfilando fra gli alberi che tendevano a diventare piů folti. Quelle orme, che si vedevano sempre impresse nettamente su quel terreno saturo d’umiditŕ, si dirigevano dalla parte opposta a quella ove trovavasi l’accampamento delle Bandiere Nere.

L’isola in quel luogo non doveva essere molto larga, perché tre ore dopo i pirati giungevano sulla riva meridionale, mentre la giunca erasi arenata su quella settentrionale.

Sul margine del bosco e sulla sabbia Kin-Lung ed i suoi uomini scorsero subito le tracce di un recente accampamento.

Vi erano un fornello, improvvisato con sassi su cui fi nivano di bruciare alcuni tizzoni, molti gusci di ostriche giŕ vuoti, uno strato di foglie e di alghe, che doveva aver servito da letto a qualcuno, forse alla fanciulla del Fiume Rosso e, un po’ piů lontano, il tronco atterrato d’un calambuc giŕ spogliato dei rami e delle foglie.

Sun-Pao, Ong e Sai-Sing erano perň scomparsi.

– Dove saranno andati? – domandň Kin-Lung con inquietudine. – Si saranno forse recati a caccia – disse la vecchia Man-Sciů. – O che si siano accorti del nostro avanzarsi e siano fuggiti? – Cerca le loro tracce. – Le scorgo… si dirigono verso la foresta. – Seguiamole ancora. – Vi č perň una cosa che m’imbarazza. – Quale? – Vedo delle altre orme. – Č impossibile. – Sě: prima erano tre sole, ora ne vedo parecchie altre. Che Sun-Pao abbia ritrovato alcuni dei suoi uomini? – Mi pare che fossero tutti annegati. – Allora avrŕ trovato degli indigeni. Questa isola, ammesso che sia Pulo Condor, non deve essere disabitata. Mi hanno anzi detto che č abitata da selvaggi coraggiosi che posseggono armi avvelenate. – Conta le tracce – disse Man-Sciů. Il pirata esaminň attentamente la sabbia. – Il gruppo č aumentato di tre uomini – disse poi.



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